Dispatch 11 - Internet: peggio che mai
Una riflessione (sincera) sul mondo digitale in cui viviamo oggi.
Internet sta diventando sempre più divisivo e tossico.
Qual è il nostro impatto e come possiamo “aiutare”?
🤌 Di cosa parliamo oggi:
- La “para” di Gabri
- Cosa possiamo fare?
- Una mia riflessione finale
DISCLAIMER:
👋 Ciao! Lo so, è passato molto tempo dall’ultima mail di Pigrology che hai ricevuto. Ma sono successe molte cose in questi mesi.
Quando ho compiuto 30 anni mi sono promesso che avrei completato una gara di triathlon olimpico entro i 35. Poi è arrivato il covid e nulla…tutto è stato rimandato.
Fino a giugno 2023, quando ho iniziato ad allenarmi molto intensamente (7 volte a settimana) e le energie sono sempre “contate”. 😊
Anche a livello professionale e privato sono cambiate molte cose, ma di questo ne parleremo (magari) più avanti!
La “para” di Gabri
L’idea di questa riflessione è nata qualche giorno fa, quando mi sono imbattuto in questo video:
Il video parla della crescente polarizzazione della società e di come i social media possano contribuire a questo problema, “minando” in modo unico il funzionamento del nostro cervello, rendendoci più estremisti e meno empatici.
Uno dei punti principali del video è che i social media sono progettati per tenerci impegnati. Ciò significa che gli algoritmi ci forniscono costantemente contenuti che probabilmente ci faranno scorrere o cliccare continuamente, per trattenerci il più possibile su una determinata piattaforma.
Tuttavia, questo significa essere esposti a contenuti che irrobustiscono le nostre convinzioni e (in alcuni casi) i nostri pregiudizi. Ciò può contribuire alla polarizzazione delle nostre opinioni, rendendoci meno propensi a considerare i punti di vista diversi o opposti al nostro.
Un altro problema legato ai social media, sempre secondo il video, è che possono renderci più suscettibili alla c.d. manipolazione emotiva. Questo perché le piattaforme vengono progettate per suscitare in noi risposte emotive. Ad esempio, per catturare la nostra attenzione possono utilizzare tecniche come i video in autoplay (tradotto in “riproduzione automatica”) e i titoli ad effetto (le azioni c.d. clickbait - “…”). Questo può portarci a prendere decisioni impulsive basate sull'emozione piuttosto che sulla ragione.
Cosa possiamo fare?
Il video suggerisce che ci sono diverse cose che possiamo fare per “sistemare” Internet.
Un primo suggerimento è quello di essere più attenti a come utilizziamo i social media. Dovremmo essere consapevoli del modo in cui i social media possono “manipolare” il nostro pensiero ed i nostri comportamenti digitali e dovremmo prendere provvedimenti per limitare la nostra esposizione a contenuti polarizzanti, cercando di valutare con la dovuta criticità le informazioni che fruiamo online e provando ad essere più aperti nel considerare i punti di vista diversi dai nostri.
Un altro suggerimento è quello di sostenere le aziende che lavorano per creare un Internet più etico ed equo. Ci sono diverse aziende che stanno sviluppando nuove tecnologie e piattaforme progettate per essere più resistenti alla manipolazione e alla polarizzazione. Possiamo sostenere queste aziende utilizzando i loro prodotti e fruendo dei loro servizi e parlando dell'importanza di un Internet più etico.
Infine, possiamo anche lavorare per cambiare il modo in cui parliamo dei social media. Dovremmo evitare di usare un linguaggio che demonizza i social media o che suggerisce che sono l'unica causa dei nostri problemi. Dovremmo invece concentrarci sulla comprensione dei modi (assolutamente) complessi in cui i social media interagiscono con la società.
Il video si conclude con la seguente frase: “adottando queste misure, possiamo contribuire a creare un Internet più giusto ed equo, che sia una forza positiva per il mondo”.
Una mia riflessione finale
L’assunto su cui si basa il video, e chi mi conosce sa benissimo quanto io ci tenga all’educazione digitale, è assolutamente giusto: i social media polarizzano le nostre posizioni e internet non è (o forse non è mai stato?) un luogo pregno di etica.
I comportamenti di alcune persone, dimostrano che “dall’altra parte dello schermo” siamo propensi ad avere un comportamento diametralmente opposto al nostro comportamento che avremmo se fossimo seduti allo stesso tavolo.
[OVVIO: fortunatamente non è per tutti così, sia chiaro che non è mia intenzione generalizzare.]
Mi trovo anche abbastanza in accordo con i suggerimenti offerti, nei limiti della ragione.
Una delle poche cose belle del mondo in cui viviamo è che esistono visioni, idee, pensieri differenti. Ognuno di noi ha una sua opinione e questa newsletter non vuole di certo “convincerla/o” a cambiare le tue opinioni.
Anzi! Probabilmente tu, che hai scelto di leggere questa newsletter e le relative riflessioni, dimostri di avere ben chiaro cosa vuol dire “stare su internet”.
E questo non perché la mia newsletter sia LA VERITA’, ma perché hai scelto ed accettato di aprire le mail che ti mando e di leggere cosa ho da dire.
Mi ha, però, colpito il commento di un utente (tale @danielshults5243) sotto al video in questione:
Sono fermamente convinto che questo tipo di lezioni dovrebbe essere impartito a scuola fin dalla più tenera età. Le persone devono imparare a esaminare i propri schemi di pensiero e a riflettere in modo critico sulle proprie convinzioni, pregiudizi e ipotesi. Devono imparare a pensare dall'"altra parte" e a non dare per scontate le proprie posizioni. Devono imparare a essere spassionati e ragionevoli quando valutano a cosa credere e chi vale la pena ascoltare. Fate in modo che queste lezioni facciano parte dell'educazione dei nostri figli. […]
Allo stesso modo, forse possiamo insegnare alla prossima generazione a non diventare vittima del proprio stupido cervello.
Ora, lo so…da anni rompo le scatole a tutti con l’educazione digitale. A molti di voi ho distrutto le orecchie con questa mia ossessione.
Ma sono fermamente convinto che l’educazione digitale, che sia nostra, dei nostri genitori, dei nostri figli e nipoti, sia la chiave per il futuro.
Un futuro in cui sapremo “stare su Internet” e dove Internet sarà lo spazio che ci meritiamo.
G.
👋
Oggi più che mai, ti chiedo di condividere questa mail con i tuoi amici e contatti: